L’Angelo Raffaele

… “Sta’ la’ tanquia.. no statte mover !….”

Giravo senza una meta precisa per le calli di Venezia; credo la zona del sestiere Dorsoduro, ma non conoscevo quei luoghi, non c’ ero mai stata prima. D’un tratto mi trovai davanti una chiesa sconosciuta, ma carinissima con un bel giardinetto davanti . Mi bloccai: era tutto così…. perfetto !!

“Sicuro che posso star qui’ seduta e non disturbo ?”

” Te go dito.. sta la’ no statte mover e continua a disegnar ” no te me disturbi… mi go da netar el barchin ”

Ero seduta sull’ ultimo gradino subito prima dell’ acqua verdastra. Alcune onde create dal passaggio delle barche facevano dondolare dolcemente la barca ormeggiata. Sentivo il sole scaldarmi il viso e una debole brezza spostarmi i capelli.

Presi il mio “quaderno di viaggio ” ormai lo porto sempre con me con matita, pennello e pochi acquerelli. Dovevo disegnare quel bellissimo panorama. Fotografarlo sarebbe stato un attimo, ma non è la stessa cosa. Quando immortali una scena con la matita si notano cose incredibili. La simmetria delle finestrelle, la prospettiva riflessa nell’acqua, i ciuffi di verde tra le pietre del ponticello e le varie tonalità di verdi, di azzurri e di rossi. Ero assorta col quaderno in mano ad osservare tutto !

“…Mi no go el suv ma go l’alfetton Vasco beve coca mi me ciavo grinton ci vediamo da Mario, ma ga sarà xe bastà che na volta passassimo in bar Laura non c’è, dov’è? è andata via, a xe in camporea xò pa l’idrovia… ”

Sorrisi ed iniziai a disegnare. Un giovanotto sulla quarantina, canottiera rossa e con la pelle bruciata dal sole cantava e mi parlava a voce altissima come mi conoscesse da sempre. Non mi ero accorta della sua presenza, ero seduta davanti alla sua barca e ha saltato il muro di recinzione piombandoci dentro per non farmi spostare.

“…… Quea xe a ciesa dell’ Angelo Raffaele una dee piu’ antiche de tutta Venessia…. staria qua a vedar come chel vien el to quadro ma a femena me spetta, mai far spettar e femene eh ! …”

“Ciao pittrice che vien dal niente ! … ”

“Ciao cantante, buona giornata ! ….. ”

Ho continuato a disegnare nel silenzio più assoluto ascoltando soltanto le mie emozioni. Che magnifico pomeriggio tutto mio !

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….. to be continued …..

Festa della mamma

È sera, è buio e piove.

I lampi squarciano il cielo.

Ho preso la macchina perchè avevo bisogno di uscire.

La radio canta troppo forte e la musica è troppo vivace per il mio umore.

La spengo e mi fermo in un parcheggio desolato… fra gli alberi zuppi di pioggia e le gocce che bagnano il vetro.

Ho appena ricevuto il mio regalo…tele e pennelli per dipingere … meraviglioso.

Ma l’ho aperto da sola: i miei ragazzi sono scappati in camera dopo il mio discorso…. ed è stato molto triste… ” Quest’ anno evidentemente non ho fatto un buon lavoro come mamma ..”

Sono cresciuti .. degli adolescenti con la voglia di liberta’ e autonomia e ho dato loro fiducia e la possibilita’ di guadagnarsi tutto questo..ma…

Il piccolo dimentica di studiare, di fare i compiti, dimentica perfino le materie del giorno dopo.

Il medio si è unito ad una compagnia di veri idioti…e pur di essere accettato dal gruppo si abbassa al loro livello.

Il grande che mi è sempre stato d’ aiuto, quasi volesse sostituire l’ assenza del padre, è tornato stanotte alle tre, è stata un’ attesa angosciante. Era con gli amici in giro per il paese a bere vodka… e dovevano smaltire la sbornia prima di tornare…..

Comincio ad avere freddo…. e piove sempre di piu’.

Guardo il cielo che s’ illumina e penso a quanta energia sprigionano quei lampi e quanta energia ho perso io in questi giorni.

Devo fare un passo indietro.. anche due.

Saranno stati episodi isolati, certo, lo spero, avranno ascoltato le mie parole … ma non posso farmi sfuggire di mano cio’ che di piu’ caro ho al mondo.

Quest’ anno ho voluto fare molto per me… perche’ ne avevo bisogno… ma non posso piu’ cosi”.

Ho un dovere piu’ importante, i figli per una madre vengono sempre prima di tutto anche di noi stesse.

Hobbies, volontariato, amicizie, progetti lavorativi… devo tirare il freno a mano !

Comincio a sentirmi sola…

Comincio ad avere freddo…

Ma sto bene nella mia malinconia.

Almeno al buio, stasera ho aspettato la pioggia per non piangere da sola.

Immobile

Stasera stavo immobile ad osservare tutti loro. Non volevo muovermi, non volevo lasciarmi andare, volevo solo ascoltarli e guardare i loro visi, le loro mani. I loro corpi.

Ma forse avrei voluto anche andarmene.

Magari qualcuno l’avra’ notato…. ma non m’importava. Volevo solo circondarmi fra le mie braccia, stringermi e rimanere ferma, immobile.

Ero nell’ ultima fila dietro a tantissima gente in piedi.

Ma tu vedi, tu noti tutto, tu senti e riconosci…a te non importa il vestito, la pettinatura o la scarpa. La sicurezza o la timidezza, la disinvoltura nel parlare o la titubanza …tu l’esterno non lo vedi perchè sei impegnato a guardare oltre.

Continuavi la tua lezione, la tua serata, come ti piace chiamarla.

Continuavi a suonare e a parlare a tutti ma avvertivi che in fondo c’ ero io. Immobile…

E non mi conosci ma sai chi sono. Tu percepisci il mio passato ed il mio presente.

Anni fa ho visto la realta’ che mi circonda con i tuoi occhi e tutto ha iniziato a cambiare. Mi hai mostrato il tuo mondo.

Ma sono rientrata nel mio. Ed è diventato tutto piu’ complicato: nuove conoscenze, le vecchie amicizie, i contatti con gli altri e soprattutto con me stessa: un nuovo e affascinante mondo… forse piu’ difficile, a volte doloroso ma emozionante ed estremamente vivo ! Il mio mondo, non il tuo. Cambiato, ma il mio !

E poi stasera… proprio stasera che non sarei voluta venire,

quando erano quasi usciti tutti, mi hanno chiamato dietro le quinte perchè volevi ringraziare.

Tu ringraziare me ? Per cosa ? Non lo so.. proprio .. non lo capisco.

Ma non sono riuscita a chiedertelo, il tuo abbraccio ed il tuo grazie mi hanno stupito ed emozionato

e hanno cambiato ancora una volta … tutto.

Vorrei tanto sapere….

Chi sei tu ?

Vigliacca io

Io non avrei voluto parlarne piu’, io non avrei voluto nemmeno ricordare, ma niente succede per caso e forse

… il suo segreto aveva bisogno ora, a distanza di due anni, di conoscere cio’ che io non ho mai detto. O semplicemente lui mi ha costretto a trovare “il coraggio di scrivere ”

Era il nuovo professore di fisica, era la severita’ e la competenza che i nostri ragazzi avevano bisogno. Ed era anche la persona che avrebbe cercato di capirli per aiutarli a crescere e non solo . Era carico ed entusiasta di questo nuovo incarico.

Io non ero referente della squadra, ma probabilmente aveva avvertito in me una certa empatia nel capire chi avevo attorno e mi scriveva spesso per chiedermi informazioni sul carattere, e sulla storia familiare di ragazzi e genitori. Eravamo tutti oggetto di suo studio perchè aveva voglia di fare un buon lavoro con quella squadra.

E quando chiedeva…. io mi fermavo e ponderavo bene le mie risposte perche’ volevo essere obbiettiva, sincera e imparziale. Un giorno mi accorsi che le domande che mi faceva erano indirizzate ad una donna in particolare, alla mamma di S., e non erano finalizzate a conoscere il figlio . Lei era una donna piacente o sicuramente una che nel gruppo madri si distingueva. Ad una sua domanda ricordo di avergli scritto ” è una donna che ha bisogno di compagnia ”

Perchè glielo scrissi ? Probabilmente un po’ lo pesavo, ma cio’ che piu’ sentivo era la voglia che lui aveva di allacciare un contatto con quella donna e gli avrei anche detto : ” tranquillo che lei ci sta, non serve che mi fai tante domande” .

Col passare dei giorni iniziai a notare dei cambiamenti in lei. Si fermava in tribuna a vedere l’ allenamento del figlio (cosa mai fatta e che continua a non fare ) magari lasciando il fratellino a dormire in macchina. Lei …. con la schiena dritta dritta, gambe accavallate, pettinata e vestita con molta piu’ cura …. sembrava in vetrina e in attesa che lo sguardo di lui si posasse sul suo corpo. O si avvicinasse per scambiare due parole a fine allenamento.

Non sopportavo quella scena, non sopportavo di averli visti comparire assieme dal lato piu’ buio della palestra. Ma avevo un po’ aiutato anch’ io quella relazione.

Alla festa di capod’ anno ho prestato la mia connessione internet del mio cellulare a lei perchè avevo intuito che il nostro allenatore avesse bisogno di comunicare: era al p.soccorso col padre ed era preoccupato ma vedevo che lei non gli scriveva… spero solo perchè non aveva connessione.

Dopo le feste iniziai a non andare piu’ in palestra. Non riuscivo a vedere il teatrino in tribuna durante l’ allenamento e ancora non mi spiego il motivo di tanto disgusto. Lui non era niente per me, non avevo sentimenti verso di lui, non lo conoscevo molto , e nemmeno mi piaceva fisicamente, avevamo vite completamente diverse, nessuna passione in comune…

ma qualcosa, una sensazione, ancora oggi incomprensibile, mi legava a quell’ uomo.

Lui si accorse della mia assenza e mi chiese spiegazione. Gli dissi che avevo meno tempo e molti impegni. Mentii .

La vigliacca sono io.

Dovevo dire la verita’ … dovevo avvisarlo che quella gatta morta non era cio’ che voleva far vedere e di fare attenzione, non mi piaceva lei perchè non proteggeva la sua famiglia e si dimostrava diversa… e non mi piaceva il marito… Non mi piaceva cio’ che facevano senza attenzione. Quello che vedevo io potevano vederlo anche altri. Ma non dissi nulla… e successe il peggio.

Il marito cerco’ velatamente di sapere da me che razza di uomo fosse il coach e finsi di non capire, di non sapere nulla. Lei ovviamente scomparve e torno’ a fare cio’ che aveva sempre fatto, la si vedeva solo in partita. Ero preoccupata, soprattutto quando mi accorsi che il marito condivise in Facebook una foto profilo del nostro coach e temei il peggio, ma vedevo lui continuare nel suo lavoro e mi tranquillizzai.

Fino al giorno in cui comunico’ che se ne andava… erano presenti entrambi alla riunione (moglie e marito) erano in attesa che lui prendesse quella decisione…in attesa che SOLO LUI si prendesse le proprie responsabilita’, che SOLO LUI si accollasse la colpa di tutto. In attesa che lui rinunciasse alla sua passione ,che rinunciasse a cio’ che sapeva fare meglio .

Ho spezzato l’ aria tagliente e pesantissima di quella stanza dicendo che avevo avvertito che sarebbe stata una brutta notizia. Nessun altro parlo’, erano tutti stupiti e dispiaciuti. (A parte quei due )

Vigliacca io… avrei dovuto dire altro.

Forse, se invece di mentire al nostro coach quel giorno avessi parlato, se l’ avessi avvisato delle mie sensazioni tutto questo non sarebbe accaduto, forse non si sarebbe sentito carnefice e unico responsabile di questa storia…

CHI HA SEDOTTO CHI ? chi era la vittima ? Nemmeno S., il figlio dei due perchè non si era mai accorto di nulla e anzi aveva avuto solo in quel periodo la madre in tribuna e pensato che fosse li’ per vedere lui.

E i nostri ragazzi persero il loro coach….

ed io, maledizione, rimasi tutto il tempo a guardare.

Ora non gli risparmio piu’ la mia opinione… a volte sono invadente, a volte vedo giusto, a volte sbaglio in pieno… spesso lo faccio incazzare perchè sono tremenda. Ma non me ne staro’ piu’ a guardare, qualsiasi sia la questione !!

Lettera mai scritta

Gustav-Klimt-Danae

Klimt Danae

Hei…

ti vorrei dire che sto bene sai….

e che dovevo fermarmi …. per ritrovarmi. Sai come si dice: per fare un passo avanti devi perdere un po’ di equilibrio…e ne avevo perso davvero parecchio.

Vorrei dirti che sto bene sai…. sto bene perchè provo dell’ affetto per te,

ed è un sentimento che non ha la necessità o la pretesa di essere ricambiato. Non ha nessuna aspettativa, ne’ di un incontro, ne’ di un messaggio, nemmeno dell’ abitudine di un buongiorno.

È un sentimento semplice e puro che mi fa star bene sai….

Forse sono solo una sognatrice, ma cio’ che sento stasera è una tenera malinconia per le cose che non ci siamo mai detti, o per le frasi che non abbiamo mai sentito e per tutto quello che ancora non conosciamo di noi.

Mi tengo dentro le nostre risate e moltissime condivisioni perchè ora riesco a sentire solo cio’ che di bello la nostra relazione mi ha regalato.

Ma per arrivare a tutto questo ho dovuto rallentare ed immaginare di non poterti scrivere piu’, ora

vorrei dirti che sto bene sai….

sto bene perchè non sento rancore per cio’ che non è stato,

perchè non sento rabbia per il tuo ed il mio modo di fare,

perchè non mi fa piu’ male la gelosia: è un sentimento che non credevo mi appartenesse, ma solo ora che la riconosco in me riesco ad accettarla e un po’ sto imparando a gestirla.

E non mi infastidisce piu’ nemmeno il tuo essere un po’ ambiguo, nascosto, criptico… perchè fa parte di te, sei cosi’, sei tu ”

Vorrei dirti che sto bene

sai….

ho allontanato quelle persone che mi cercavano, perche’ cominciavano a distrarmi dalle cose che reputo piu’ importanti e mi rubavano energie. Sai come sono, è difficile che qualcuno attiri davvero la mia attenzione. Quel qualcuno deve vibrare in sintonia con il mio essere.

Ti vorrei dire che sto bene sai…

A volte mi sorprende un sospiro, o un timido sorriso, ma avvertire queste sensazioni mi fa sentire viva e presente nella mia frenetica vita di sempre,

ho trovato ispirazione nella pittura, ho un grande obbiettivo lavorativo, mi sento piu’ attenta e concentrata, visito luoghi che non ho mai visto prima, faccio chilometri da sola in macchina cantando e ridendo e mi sento un po’ pazzerella ma mi piace un casino sentirmi cosi’… in quei momenti riesco anche a ritrovare le strade giuste ( beh, quasi sempre).

Ho conosciuto belle persone nel mio fare volontariato e sono carica di entusiasmo ed energie e mi rendo conto che attraverso le esperienze sto conoscendo me stessa sempre di piu’.

Avevo bisogno di volermi piu’ bene, per volertene a te e a chi mi sta vicino.

Te lo vorrei dire … sai cosa immagino….

immagino soltanto un giorno un altro caffè con te, e quella sola mezz’ ora di condivisione e sorrisi.

Grazie anima speciale per avermi regalato tutto questo !

Gelosia

gelosia”  Quando la gelosia arriva, non cercare di scacciarla con uno degli impeccabili ragionamenti di cui sei maestra.

Accoglila, lasciale fare il suo sporco lavoro. Ma invece di opporti a lei, osservala. E amala perchè fa parte di te. Ama quella bambina impaurita che in ogni spiraglio di novita’ vede una minaccia anziche’ un’ occasione per entrambi. Mandale amore, piangi e ridi con lei e fregatene se ti sembra di essere matta.

Dopo un po’ succedera’ qualcosa che non avevi neppure immaginato. La gelosia continuera’ ad esserci ma non ti fara’ piu’ del male. Non avra’ piu’ il potere di cambiarti l’ umore perchè quel potere gliel’ avrai tolto tu !  ”

Massimo Gramellini

Attimo di felicità

Giugno 2004, un caldo afoso ma mitigato dal verde della pineta di Eraclea.

bimbooo

Prima giornata di mare passata lenta e vivace con i miei bimbi piccolini ed uno in arrivo.

Castelli di sabbia, bagni nel mare e tante storie, lette, raccontate e recitate anche da loro.

E’ ormai sera, dopo le docce, dopo la cena, noi, di nuovo a leggere storie sulle sdraio nel giardino della nostra piazzola del villaggio.

All’improvviso sentiamo una musica allegra, una canzone che fa venir voglia di ballare, probabilmente l’animazione con la baby dance del villaggio e prima che questo pensiero mi arrivi in testa vedo te, 2 anni appena compiuti, scattare in piedi.

Alzi un braccio, ti giri, ed inizi a correre più forte che puoi verso quella musica senza dire una parola. Mi alzo e prendo per mano tuo fratello e ti seguo con lo sguardo per non perderti di vista ma non dico niente, non ti fermo perchè sei meraviglioso.

Ti vedo scodinzolare a tutta velocità, i capelli ricci e biondi che si muovono, le braccia spalancate e senza mai girarti corri come un pazzo verso quella musica, come volessi abbracciarla e farla tua. Noi ti stiamo dietro, mi tengo con la mano la pancia in 8 mesi con il tuo fratellino più piccolo e sorrido, anzi rido di gioia per quella scena, perchè in quel momento sei l’immagine della libertà, della spontaneità, della ribellione, della fermezza e trasgressione e trasmetti anche a me quell’attimo di felicità che stai provando tu.

A volte sei ancora così…. non dimenticare mai quel bimbo libero.

Ti voglio bene, la tua mamma

Dal Simposio di Platone

diotima

Diotima:

” L’Amore non è buono,   l’Amore non è bello,

L’Amore va oltre all’essere cattivo e al farci del male.

L’Amore non possiede nè il buono, nè il bello… può solo desiderarlo.

Nello stesso giorno Amore può essere esuberante di vita… e poi morire.

Può conquistare tutto, ma invano, perchè ciò che conquista gli sfugge sempre fra le dita.

Amore non possiede mai niente.

Amore non è il soggetto Amato, ma il soggetto Amante.

E’ il desiderio assoluto del bello, sempre impaziente…

Amore è mancarsi sempre. “

L’uomo che guardava la tempesta

 

tempesta

Quell’ uomo guardava la tempesta, immobile e tremante.

Aveva davanti a sé uno scenario immenso: nuvole dilaniate e onde rabbiose la cui schiuma si affastellava sulle creste.

Ed il vento impetuoso cercava di spostarlo, di smuoverlo, ma lui stava lì immobile ad osservare, e catture quei momenti.

Voleva sentire tutto.

Aveva paura, piangeva disperato, ma stava lì coraggioso a provare ogni sfumatura di quel dolore, a farsi travolgere dalla tempesta interiore che non si ferma mai alla superficie delle cose che accadono.

Chi era quell’uomo ?

Cosa riusciva a sentire che gli altri non sentono ?  Cosa riusciva a provare ?

Quel turbinìo di emozioni che travolgeva la sua anima lo rendeva speciale. Lui sapeva  cogliere  ogni lievissimo particolare: ogni parola e ogni gesto assumevano  per lui un significato enorme che sfuggiva al suo stesso controllo.

Era  l’uomo che osservava la tempesta, la sua tempesta,  che l’avrebbe trasformato… ancora…

Nutrirà la sua anima…….. e le sue sensazioni si tramuteranno  in un’intuizione creativa, un talento o nell’immensa capacità di comprendere gli altri. E’  un dono incommensurabile di cui il mondo ne ha un disperato bisogno.

Non ha paura della solitudine lui perchè è proprio in quegli istanti che può connettersi meglio a se’ stesso, con i suoi pensieri, liberarsi dagli attaccamenti, dalle catene e dagli sguardi estranei.

Non è facile vivere con un dono simile.

Ma è durante la tempesta che si scopre  il navigatore.